Nel vagone di seconda classe, per giunta. Una cosa: qualche ora dopo ho visto una lattina di coca sul passamano del sottopassaggio ed ho pensato che se avessi scritto di quella sarebbe stato più coinvolgente e proficuo ai fini della resa del concetto dell'ineluttabile. No! Può sembrare la solita storia da psicolabile che scrive le cose per togliersi dalla testa il pensiero che prima o dopo moriremo tutti e bla bla. Sì, anche. Ma volevo solo immaginare di essere una bottiglietta da mezzo litro di coca sul sedile. Pensate; uscire di casa (la fabbrica...) la mattina e fare un bel viaggetto in una scatola di cartone, mentre sei nel furgone ti gusti le bestemmie a profusione del tizio che fuma e sta guidando, alle 6 del mattino, che s'è alzato un'ora prima per lavorare e ti viene da ridere ma non lo puoi fare altrimenti poi quando ti apri pisci dappertutto...e te ne esci dalla scatola con il tuo bel vestito rosso e bianco, manco fossi Babbo Natale, ora prova a pensare che una mano grande almeno quanto te ti prenda per il collo e ti ficchi dentro una roba che ti ributta fuori dopo pochi istanti perchè qualcuno ti ha comprato. Comprato. Bella parola, la tua vita quanto vale? Sai quantificarlo? E ci pensi a sta cosa mentre o sei già fottuto perchè ti stanno tracannato o ti stanno portando via in una lussuosa Louis Vuitton, magari con un cazzo di cagnolino soprammobile che ti scalda (e poi c'hanno il coraggio di berti, pure, coi peli, bleah...) E' vero sto uscendo dal seminato - me lo dicevano sempre alle medie - scrivi i temi sempre tenendo conto del loro fine ultimo. Bene, dunque la bottiglietta: insomma la bottiglietta ormai aveva esalato l'ultimo respiro, pora cocca, io stavo sul sedile di fronte, dello stesso colore, dello stesso tessuto, della stessa puzza, mi sono sentito un po'bottiglietta. Bottiglietta col tappo e che ha riso troppe volte e che sarebbe meglio esplodesse.
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