Non posso dire di essere partito con la valigia di cartone, no. Non posso. Posso dire senz'altro di essere partito con delle scarpe scrause. Questo sì. Posso soprattutto dire che per partire ho scelto la settimana più piovosa dell'umanità. Al che le scarpe scrause hanno ceduto, nulla da fare e si è fatto il caso che io ne prendessi un paio per la sopravvivenza dei miei piedi. Tutto questo andando in centro la mattina. Mattina a mezzogiorno dopo una colazione tutto sommato degna ma senza caffè; la nostra caffettiera ci mette un'ora a farlo ed ho deciso di berlo fuori, scelta ardita che mi ha procurato un mal di testa di cui lo stesso concetto di esistenza potrebbe davvero aver timore. Poi alla fine manco l'ho bevuto. Ma vuoi mettere comprare un paio di Converse standard, nere, in centro centrissimo a Milano e pagarle lo stesso che le pagheresti nel negozio del nord-est-bucodiculo-Italia? Vuoi mettere?
No, non ricordo cosa ho pranzato, penso la pasta col tonno, una cosa veloce; poi via in Cuem (non vi sto a spiegare cosa sia, dato che Diego legge vorrei evitare di dire cazzate...) dove c'era un'assemblea su cosa succede in Grecia, su alba dorata, per la quale il mio coinquilino temporaneo greco e suo fratello avrebbero tradotto. Vabè, dettagli. Poscia da lì è partito un presidio per non ricordo cosa al quale ho preso parte in qualità di quello che va fin là ma non vi partecipa se non a parlare di cagate con quello che dà i volantini (che poi non era nessun'altro se non Alex, n'altro dei coinquilini temporanei...).
Festa di laurea di Valerio. Valerio è uno che non conosco ma so che si chiama Valerio; con tanto di spettacolo di Priscilla in una vecchia sede del pci (non le schede dei computer...), ero spaesato, non c'era nulla da bere e più che una festa era un raduno di spostati. Allora ho deciso che qui ci torno e voglio fare l'aperitivo che non ho fatto, voglio fare la festa che non ho fatto.
Insomma mi sto creando i pretesti del voglio andare a Milano perchè...
Buonanotte.
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